Sauro Cavallini – L’Opera Di Un Internato – foto di Alessandro e Donato Guerrini
A Firenze, in Piazza Duomo, nella sede della Presidenza della Regione Toscana, Palazzo Strozzi Sacrati, fino al 28 febbraio, ‘SAURO CAVALLINI L’OPERA DI UN INTERNATO‘. La mostra, ad ingresso gratuito, toccante ed avvolgente, è incentrata sulla produzione dei primi anni ’60, fortemente ispirata dall’esperienza di internato nel Campo di Gradaro, nei pressi di Mantova, nel 1943/44, quando Cavallini era adolescente. La tecnica ‘a goccia’ usata dallo scultore spezzino fa si che le opere incarnino potentemente la sofferenza e le privazioni patite dagli internati. Pose plastiche dove leggiamo la tenace resistenza a sopravvivere; pose passive dove leggiamo privazione e umiliazione; grandi ventri vuoti a simboleggiare sia la sterilità dei lager che la sterilizzazione etnica come progetto politico. I lavori esposti sono corredati da una serie di snelle schede che narrano la realtà dei ‘campi‘ con particolare accento su quelli presenti sul territorio italiano e su come e dove ci si è sforzati di mantenerne la memoria.
La mostra, curata da Maria Anna Di Pede, è ideata dal Centro Studi Cavallini di Fiesole, in collaborazione con la Fondazione Fossoli ed il Museo della Deportazione di Prato, con il contributo di Regione Toscana e di Unicoop Firenze, e si inserisce nella serie di eventi organizzati in occasione della Giornata della Memoria 2023.
Alessandro e Donato / GPH








